A volte una pianificazione inadeguata della struttura di offerta della franchise è uno dei motivi per cui i nuovi franchisor non sopravvivono a lungo.
Spesso chiedono dei consigli al loro legale da fiducia, oppure al proprio commercialista, sperando di ottenere un quadro più chiaro del «cosa mi conviene fare». Ma per quanto queste siano figure di inestimabile valore, difficilmente possiedono l’esperienza, la formazione o le competenze per sviluppare dei sofisticati modelli di flusso di cassa e i relativi piani di sviluppo organizzativo che ne conseguono. E, spesso, forniranno le loro indicazioni sulla base di «cosa fanno gli altri».
Il problema con questo approccio è triplice:
PRIMO
Si presuppone che la proposta del franchisor sia simile a quella offerta dai competitors. Il «faccio la stessa cosa» non è una strategia ma la ricetta perfetta per il disastro. Una nuova proposta di franchising se deve differenziare dal mercato per essere attrattiva verso i potenziali franchisee.
SECONDO
Si presuppone anche una strategia di sviluppo similare e che le risorse delle due organizzazioni siano identiche. Tentare di competere con un franchisor già esistente nello stesso mercato è di sicuro un grosso errore.
TERZO
Infine si presuppone che il nuovo franchisor l’abbia «azzeccata alla prima». Per quanto sia il sogno di qualsiasi imprenditore tutti i progetti richiedono prove e aggiustamenti e spesso scoprire che una scelta iniziale ha col tempo portato ad un decremento del fatturato è una scoperta che si fa solo con il tempo.